La tartare di carne risale addirittura ai tempi dei tartari: furono loro, infatti, a inventare questo particolare modo di consumare la carne cruda. I tartari, popolo nomade e guerriero abituato a galoppare per molti chilometri, per sostentarsi durante i viaggi usavano mettere della carne cruda tra il dorso e la sella del cavallo. In questo modo, durante le cavalcate, la carne veniva macinata e battuta ed era quindi pronta per il consumo immediato.

Oggi la tartare è un piatto gourmet, per veri intenditori e per palati raffinati. Battere la tartare con il coltello non è un vezzo, anzi. La differenza tra una tartare battuta al coltello e un’altra preparata con il tritacarne salta subito all’occhio e soprattutto al palato.

Un’ottima tartare è fatta con carne cruda e deve essere servita fresca, non fredda. Se, infatti, fosse fredda di frigorifero, non potremmo assaporare gli aromi dei condimenti e della carne quando è fresca. La temperatura ideale si aggira sui 12-15 gradi.

Tagliare e battere la carne con il coltello e non con il tritacarne ne preserva intatte le proprietà nutrizionali e organolettiche. Se invece la carne viene macinata, si scalda e il sapore ne risente. Il risultato è una sorta di “polpetta schiacciata” dal gusto non paragonabile all’autentica tartare.

Nella tartare è davvero importante riuscire a ottenere un equilibrio tra il sapore della carne e quello dei condimenti. E, anche in questo caso, la qualità della materia prima è ciò che fa la differenza.

Se vuoi provare una tartare di manzo di prima qualità non ti resta che venire a mangiarla da Benedicta!